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Rer - Interrogazione a risposta scritta Sfalci e Potature collegato 41

Bologna, 25 ottobre 2017

Alla Presidente

dell’Assemblea Legislativa

della Regione Emilia-Romagna

cons. Simonetta Saliera


Interrogazione a risposta scritta

Visti

  • la Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive;

  • il Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 “Norme in materia ambientale”, in particolare la parte quarta “Norme in materia di gestione dei rifiuti e di bonifica dei siti inquinati”;

  • il Decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive”;

  • la legge 28 luglio 2016, n. 154 “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale”, in particolare l’art 41 “Modifica all'articolo 185 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, in materia di esclusione dalla gestione dei rifiuti”;

  • l’interrogazione dell’11 novembre 2016, E-008519-16 con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea (Articolo 130 del regolamento) a firma degli europarlamentari Dario Tamburrano (EFDD), Fabio Massimo Castaldo (EFDD), Eleonora Evi (EFDD), David Borrelli (EFDD);

  • la risposta alla suddetta interrogazione del 21 dicembre 2016 di Karmenu Vella a nome della Commissione Europea;

  • l’interrogazione a risposta scritta atto Camera dei Deputati n. C.4/16072 del 28 marzo 2017, primo firmatario Zolezzi, vertente sulle modifiche introdotte dall’art. 41 della legge 154/2016 e rivolta al Ministro dell’Ambiente;


premesso che

  • la direttiva europea sui rifiuti 2008/98, all’articolo 3, punto 4, definisce come “rifiuto organico” i “rifiuti biodegradabili di giardini e parchi, rifiuti alimentari e di cucina prodotti da nuclei domestici, ristoranti, servizi di ristorazione e punti vendita al dettaglio e rifiuti simili prodotti dagli impianti dell’industria alimentare”, e dice all’articolo 22 che la loro destinazione è il compostaggio;

  • il decreto legislativo 205 del 3 dicembre 2010, che recepiva la direttiva europea nella normativa italiana integrando il decreto legislativo 152/06, classificava sfalci e potature come “rifiuti organici”, destinati dunque al compostaggio;


considerato che

  • la legge 28 luglio 2016, n. 154 “Deleghe al Governo e ulteriori disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività dei settori agricolo e agroalimentare, nonché sanzioni in materia di pesca illegale” all’art. 41 (cosiddetto “collegato 41”) modificava il decreto legislativo 152/06 ed inseriva anche gli sfalci e le potature tra i materiali da escludere dalla definizione di rifiuto, infatti, così reca l’articolo 185 “Esclusioni dall’ambito di applicazione” al comma 1, lettera f): “1. Non rientrano nel campo di applicazione della parte quarta del presente decreto: ……. f) ….. la paglia, gli sfalci e le potature provenienti dalle attività di cui all'articolo 184, comma 2, lettera e), e comma 3, lettera a), nonché ogni altro materiale agricolo o forestale naturale non pericoloso destinati alle normali pratiche agricole e zootecniche o utilizzati in agricoltura, nella silvicoltura o per la produzione di energia da tale biomassa, anche al di fuori del luogo di produzione ovvero con cessione a terzi, mediante processi o metodi che non danneggiano l'ambiente ne' mettono in pericolo la salute umana”;

  • la Commissione Europea avrebbe recentemente aperto, nei confronti dell’Italia, il caso EU Pilot numero EUP (2017)9180 sulla gestione di sfalci e potature, provenienti da parchi e giardini pubblici e privati, fuori del sistema dei rifiuti, che costituirebbe il primo passo verso una procedura di infrazione, infatti, l’EU Pilot è la fase antecedente all’apertura formale della procedura di infrazione ex art. 258 del trattato sul Funzionamento dell’UE (tFUE);


considerato altresì che

  • Arpae nel “Report rifiuti 2016” riporta che: “Il sistema impiantistico dedicato alla gestione della frazione organica selezionata, presente sul territorio regionale, è costituito da 21 impianti di compostaggio di medie dimensioni. La capacità massima autorizzata nel 2015 è stata pari a 715.570 tonnellate. Tali impianti hanno trattato complessivamente circa 628.438 t di rifiuti di cui: 399.057 t costituite da umido, 185.272 t da verde, 16.189 t da fanghi e 27.921 t da altre frazioni compostabili. Sono state prodotte in totale oltre 126.600 tonnellate di compost”;


evidenziato che

  • in data 11 novembre 2016 è stata presentata alla Commissione Europea una interrogazione, a firma di Dario Tamburrano (co-firmata da Evi, Borrelli e Castaldo) nella quale veniva chiesta la legittimità o meno di quanto previsto dal c.d. “collegato 41” della legge 154/2016, ossia sulla possibilità o meno che i rifiuti di parchi e giardini, come gli sfalci e le potature, possano essere esclusi dall'ambito di applicazione delle norme sui rifiuti;

  • la risposta alla suddetta interrogazione, da parte della Commissione europea, a firma di Karmenu Vella, nega categoricamente la possibilità di escludere gli sfalci e le potature dalla normativa sui rifiuti, come si evince leggendo il seguente passaggio:

  • “Ai sensi dell’articolo 3, paragrafo 4, della direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti (1) (di seguito “la direttiva”), la definizione di “rifiuto organico” include i rifiuti biodegradabili di giardini e parchi. La Commissione ritiene che gli sfalci e le potature rientrino in tale definizione se provengono da giardini e parchi e pertanto dovrebbero essere oggetto di una corretta gestione dei rifiuti, in linea con gli obiettivi di cui all'articolo 4 e all'articolo 13 della direttiva. L’assenza di un controllo adeguato ed efficace su questo tipo di rifiuti sarebbe in contrasto con le disposizioni della direttiva.”;

  • la Commissione Europea nella sopra citata risposta afferma altresì che “solleverà la questione con le autorità italiane competenti”, lasciando intendere che appunto era stato aperto un percorso di carattere precontenzioso che, se non corretto per tempo, avrebbe portato inevitabilmente alla procedura d’infrazione;

evidenziato altresì che

  • è evidente come le possibilità enunciate nei punti precedenti siano in palese contraddizione rispetto agli obiettivi, alle finalità e ai principi che la Regione Emilia-Romagna si è data attraverso la Legge Regionale 16/2015 sull'economia circolare, la quale “sostiene l'adozione delle misure dirette alla riduzione della produzione e al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio od ogni altra operazione di recupero di materia con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia in conformità a quanto previsto dall'articolo 179, comma 6, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)” e stabilisce che “le frazioni raccolte in maniera differenziata devono essere conferite ad impianti che ne favoriscano la massima valorizzazione in termini economici ed ambientali in coerenza con il principio di prossimità privilegiando il recupero di materia a quello di energia” (art. 3, co. 8 L.R. 16/2015);

  • ogni anno in Italia si trattano circa due milioni di tonnellate di sfalci e potature provenienti dai lavori di manutenzione del verde pubblico e privato, che rappresentano un terzo dei rifiuti organici complessivi, e che vengono utilizzati come “strutturante” del compostaggio, il procedimento che converte in compost gli scarti di cucina e, comunque alimentari, ed organici;

  • affinché il compostaggio avvenga in maniera efficiente la parte “strutturante” deve rappresentare una frazione significativa del totale della materia organica;


Interroga la Giunta regionale e l’assessore competente

per sapere:

  1. se siano a conoscenza delle questioni insorte in merito al c.d. “collegato 41” della legge 154/2016, che ha comportato la esclusione di sfalci e potature dalla parte quarta del D.Lgs 152/2006 relativa ai rifiuti, e quale effetti concreti esse abbiano prodotto, a distanza di un anno, nella nostra Regione;

  2. come la esclusione dai rifiuti degli sfalci e delle potature stia impattando sui 21 impianti di compostaggio esistenti sul territorio regionale;

  3. come la esclusione dai rifiuti degli sfalci e delle potature influisca ed influirà sui progetti di compostaggio domestico e di comunità messi in piedi dalla Regione in questi anni;

  4. se non ritengano che la esclusione dai rifiuti degli sfalci e delle potature possa portare, direttamente o indirettamente, ad un abbassamento della percentuale di raccolta differenziata regionale e quindi al non raggiungere gli obiettivi dichiarati nel Piano regionale di gestione dei rifiuti;

  5. se non credano che la esclusione dai rifiuti degli sfalci e delle potature vada contro gli obiettivi e le finalità che la Regione si è data attraverso la Legge sull'economia circolare n. 16/2015 la quale “sostiene l'adozione delle misure dirette alla riduzione della produzione e al recupero dei rifiuti mediante la preparazione per il riutilizzo, il riciclaggio od ogni altra operazione di recupero di materia con priorità rispetto all'uso dei rifiuti come fonte di energia in conformità a quanto previsto dall'articolo 179, comma 6, del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale)” stabilendo così una precisa gerarchia;

  6. se non credano che la esclusione dai rifiuti degli sfalci e delle potature apra inevitabilmente e pericolosamente la porta alla possibilità di un loro utilizzo esterno, al di fuori del luogo di produzione e spesso anche molto lontano da esso, senza un tracciamento ed a mezzo di cessione a soggetti terzi e, quindi, vada contro il principio di prossimità, uno dei pilastri della Legge regionale sull'economia circolare (n. 16/2015);

  7. se non ritengano opportuno adoperarsi affinché venga istituito un tavolo tecnico con tutte le associazioni di categoria interessate dagli effetti del “collegato 41” per capire quali dinamiche e problematiche si siano innescate;

  8. se non ritengano opportuno, nel caso in cui sfalci e potature vengano riammessi tra i rifiuti organici, adoperarsi affinché venga promosso il loro utilizzo nei piccoli impianti di prossimità piuttosto che nei grandi impianti come quello di Sant’Agata Bolognese;

  9. quali possano essere le ripercussioni, per la nostra Regione, nel caso in cui la Commissione Europea prosegua il percorso di carattere precontenzioso aperto nei confronti dell’Italia e che, se non corretto per tempo, potrebbe portare inevitabilmente alla procedura d’infrazione vera e propria.


Il Consigliere

(Silvia Piccinini)

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