L’acqua non ha colore. Riflette i colori che la circondano, con difficoltà nasconde gli abusi che subisce e talvolta non li perdona. Non ha voce. Gliela diamo noi. Prima l’acqua del Tiepido con il nostro esposto sulla Frattina. Poi Maldello con gli sversamenti di coli fecali. L’intubamento del Rio Scuro di Solignano. Il Nizzola sul quale vigileremo con la costruenda zona D4 senza rete fognaria. La bonifica della ex Flaviker per un parco fluviale tanto professato e mai realizzato. Infine il Guerro con la guardia di finanza di Rimini arrivata in elicottero, per sversamenti di oli pesanti. E ancora il Guerro, ma stavolta abbiamo un lieto fine. È l’inizio di Febbraio quando ci mobilitiamo per l’anomalo colore bianco e l’odore di sisso nel quale versa il Guerro, proprio all’altezza del caseificio San Silvestro. Carabinieri, Vigili e Agenzia regionale per la prevenzione e l’ambiente (ARPA) arrivano sul posto e prelevano dei campioni da analizzare, ma l’intervento risolutorio pare essere proprio quello del Corpo Forestale dello Stato. Il presidente del caseificio Giuseppe Amorotti conferma che il colore bianco sia stato causato da residui del proprio caseificio, provenienti dal depuratore che, attualmente, è insufficiente per gestire l’aumento di produzione. Ancora oggi sono da chiarire i motivi dell’odore nauseabondo ma siamo fiduciosi che non ci vorrà molto a capire da dove vengano. Non è giustificabile in alcun modo l’atteggiamento del Presidente Amorotti quando dichiara, a mezzo stampa di “non poter certo fermare la produzione”. Inoltre, affermare che “se arriverà una multa la pagheremo” equivale ad una alzata di spalle. L’accusa di strumentalizzare l’accaduto per un nostro tornaconto elettorale non merita credito: il fiume appartiene a tutti e non al caseificio. Il depuratore va adeguato prima dell’aumento di produzione, non dopo, in conformità alle leggi italiane ed europee (152/06, 1053/2003) sugli sversamenti in acque reflue superficiali. Pur non essendo responsabile direttamente, il vice-sindaco Fabrizio Amorotti, figlio del presidente, sarà certamente in imbarazzo: crediamo improbabile che non conoscesse il problema ed è piuttosto spiacevole che non abbia proferito parola sull’accaduto. Ma confidiamo che agisca nel rispetto del ruolo che ricopre, quando e se ci sarà da sanzionare il caseificio. Se non altro, abbiamo un lieto fine: il nostro intervento ha ridato alla nostra acqua il colore che merita. Tutti i cittadini contribuiscano alla tutela del territorio e all’educazione civica. Si attivino per segnalare abusi e situazioni anomale. Dobbiamo restituire un terreno più sano, a quelli che verranno dopo di noi. L’acqua è il nostro bene primario e siamo contenti di averlo salvaguardato. MoVimento 5 Stelle Castelvetro