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Il progetto : Abbandonare i cani…li

  • Monfredini Roberto
  • Dec 15, 2015
  • 14 min read

Canile dell’Unione , il Re è nudo

Premessa

Uno studio svela che da una cagna abbandonata in sette anni si possono ricavare ben 67mila cuccioli.

La soluzione per sconfiggere il sovraffollamento di cani ci sarebbe. E' semplice, efficace ed è prevista dalla legge: la sterilizzazione degli animali. Purtroppo né i Comuni né le Asl l'hanno mai applicata.

Si preferisce creare migliaia di canili che hanno un costo enorme per la comunità, non risolvono il problema anzi , finiscono per aggravarlo. In nome del denaro che favorisce un po' tutti, dal pubblico al privato, passando per le pseudo associazioni intitolate genericamente "amici degli animali". Un dossier denuncia il malaffare e svela chi e come ci guadagna (Allego articolo)

Da La Repubblica di Gennaio 2015

L’unione Terre di Castelli spende ogni anno per avere da 100 a (200?) presenze die presso il canile di S Giovanni in Persiceto 258.000 euro , una cifra considerevole che si è ritenuto in Consiglio essere molto vicina al costo di gestione /anno , di un impianto costruito ad oc per un importo di circa 1,5 milioni di euro , tale era preventivato .

Appare evidente che il numero elevato di cani presenti se ridotto drasticamente porterebbe ad una riduzione dei costi e quindi ad una diversa necessità finanziaria.

Dicono che una società si misura dal rapporto che i loro cittadini hanno con gli animali, questo rapporto spesso rispecchia il livello culturale della popolazione: maggiore è la presa di coscienza pragmatica e civica della società , maggiore è il rispetto nei confronti degli animali (divisi, purtroppo, nelle 2 categorie da “affezione” e da “allevamento”).

Prendiamo atto del fallimento completo in materia di canile e gattile ad opera delle amministrazioni che fino ad oggi hanno governato l’Unione Terre di Castelli.

Prendiamo atto delle dichiarazioni del Sindaco Costantini durante la serata del Consiglio dell’Unione del 22 Ottobre , in merito all'inadeguatezza dei due luoghi di Spilamberto (individuati nel corso di un decennio per la costruzione del canile intercomunale) . Egli ha richiesto agli altri sindaci una verifica sui loro territorio per individuare un'altra area adatta allo scopo.

Con questo possiamo dire che si è chiuso praticamente un ciclo durato 10 anni.( allego delibera) Tra progetti a vuoto , cause , ricorsi , pagine di giornali , dichiarazioni e si procede speditamente all'apertura di un nuovo ciclo di durata imprecisa con un nuovo progetto , nuovo sito da identificare , nuova richiesta alla Regione di contribuire alla realizzazione , budget di spesa , bilanci dei Comuni etcc..

È inutile cercare ora le responsabilità quando i buoi sono scappati.

Certamente il senso di scoramento, di frustrazione e di amarezza serpeggiava tra i presenti al consiglio del 22. La cittadinanza poteva percepire lo spettacolo di inefficienza e incapacita' di affrontare un tema molto sentito (non paragonabile invece all’amore che ognuno mette nell’accudire il proprio quattrozampe , anche degli stessi sindaci, che sono certamente possessori di animali da affezione ).

Quindi ancora una volta una ennesima frattura tra il cittadino e i suoi amministratori.

Si ricomincia da capo, avendo buttato al macero , tempo , denaro , idee ,finanziamenti , ma soprattutto dieci anni , un po’ come il PSC ,senza data , senza soldi , senza il luogo , praticamente il nulla .

Il fallimento dell’Unione su questo tema non e' dato solo dalla perdita economica (250.000 euro di finanziamento regionale ritirati giustamente dalla Regione e i 130.000 euro da restituire alla Regione perché il progetto non è servito a nulla e si ricomincia daccapo) bensì perché dopo 20 anni una Unione di cittadini non è riuscita a rispettare minimamente il benessere animale. In questi anni e' stato ridotto al minimo l’obbligo legislativo , la famosa legge 27/2000, accasando animali sotto tettoie fatiscenti in amianto , il vecchio canile di Savignano, chiuso solo dopo le rimostranze continue dell’ASL , e passandosi la patata bollente quasi fosse il dover costruire un grattacielo , tra Comuni , Assessori , amministratori vari, per non realizzare nulla, convenzionandosi infine con un canile di S Giovanni in Persiceto ( BO ) che risolve momentaneamente, il problema di inefficienza nostrano .

L’errore che a mio avviso si compie ora è semplicemente quello di perdurare nella stessa strada fallimentare, riproponendo lo stesso progetto cercando di raschiare il barile per trovare una giustificazione di questa perdurante e ostinata ricerca nell’edificare con cemento e ruspe un canile ovunque vi sia posto, dalla cava di ghiaia alla zona industriale.

Il concetto di canile attuale , legato alla legge 27/2000 , quindici anni dopo , alla luce di scandali , processi , indagini giornalistiche , nuove norme sul benessere, è completamente diverso .

Voler riproporre a tutti i costi lo stesso o un similare progetto, facendo un parallelo, sarebbe come se continuassimo a pensare ai rifiuti come 20 anni fa ,come se le tre R non esistessero , come se il porta a porta non esistesse , etc

Nella sala dell’Unione deve passare un messaggio culturale alle giovani generazioni , e mi rivolgo a chi speculando sui voti elettorali vuole trarne profitto , questo è un settore che trova un largo consenso se si opera come in altri paesi soprattutto del nord Europa, che hanno in vigore le stesse normative in quanto tutti facenti parte della UE .

La cosa grave che mi è parsa emergere , quasi Kafkiana , come un Vice Sindaco ha affermato , non è tanto nella responsabilità di chi ha portato le istituzioni a questo traguardo , ma è invece l'ostinazione con cui si continua a leggere la situazione con occhiali di 20 anni fa.

Ovvero “datemi solo un pezzo di terra che mi libero del problema canile”. Ed è in questa ottica , con la retromarcia voluta dal Comune di Spilamberto , che il Re è rimasto nudo .

Per i costi nella gestione e i costi nella realizzazione, un canile come lo pensiamo ora , non ha nessuna funzione se non quella di mantenere vivo un settore del volontariato che potrebbe invece rivolgere la propria disponibilità ad altri settori, ad esempio la fauna selvatica .

Proviamo solo a fare chiarezza ,cosa che non è emersa nelle due serate ,Consiglio e Commissione, sulle reali motivazioni attorno al quale ruota il progetto canile : benessere animale e costi per la collettività.

Il canile inteso come soluzione permanente di ricovero non ha nessuna funzione se non quella di porre il cane smarrito o abbandonato in una situazione di vittimizzazione o di aggressività , quindi viene negato al cane la possibilità di mantenere un equilibrio e di poter vivere assaporando i piaceri di un guinzaglio , di una corsa in un prato , di coccole ripetute , di affetto , relegandolo in una continua condizione di sofferenza .

Logicamente le finalità del progetto non devono essere confliggenti con le Associazioni di Volontariato .

Il cane viene posizionato all’interno di un settore di rispetto e di cura che non prevede il canile come luogo di sua detenzione .

Il canile quindi non è possibile identificarlo in temporaneo e permanente come la legge del 2000 afferma , ma può essere solo soluzione temporanea in attesa dell’affido.

Per quanto riguarda i costi , la costruzione di un canile incide sempre per milioni di euro , e quindi in sintesi si costruisce per creare malessere aggravando le spese della cassa pubblica .

“In sintesi quindi andiamo a realizzare una struttura che da un lato condiziona negativamente la vita dell’animale e dall’altro lato grava con costi elevati sulla collettività”.

Il canile come soluzione temporanea può avere una logica , come luogo di ricevimento animali, nei quali rispettando le norme, legge 27/2000 e reg RER del 2013 , si ricongiunge immediatamente l’animale al proprietario , quindi entro 24 ore, compreso sabato e domenica , e non 2 mesi come spesso accade o accadeva .

Per progettare un canile mi sarei aspettato una profonda conoscenza del settore da parte degli amministratori , cosa che mi pare non sia avvenuta , in un solito sistema di deleghe , all’associazione , al servizio veterinario etcc , spesso non correlate tra loro.

Art. 4 - Competenze delle Aziende Unità sanitarie locali

1. Le Aziende Unità sanitarie locali, mediante i propri Servizi veterinari, oltre alle funzioni loro demandate in materia di profilassi e polizia veterinaria, svolgono i seguenti compiti:

a) collaborano con i Comuni all'attuazione dell'anagrafe canina;

b) vigilano sull'attività dei servizi per il controllo della popolazione canina;

c) effettuano il controllo sanitario sulle strutture di ricovero dei cani e dei gatti, al fine di verificarne l'idoneità

igienico-sanitaria;

d) controllano lo stato di salute dei cani catturati e di quelli custoditi nelle strutture di ricovero;

e) attuano gli opportuni accertamenti ed indagini epidemiologiche, al fine di porre in essere adeguati interventi di lotta alle malattie trasmesse dai cani;

f) collaborano con i Comuni nella vigilanza sull'osservanza delle leggi e dei regolamenti relativi alla protezione degli animali;

g) collaborano con le Province nell'attuazione degli interventi di cui alla lettera d) del comma 1 dell'art. 3;

h) partecipano all'attuazione dei programmi d'informazione ed educazione volti a favorire corretti rapporti uomo animale ed il rispetto degli animali;

i) effettuano sterilizzazioni per la limitazione delle nascite dei gatti che vivono in libertà sulla base dei programmi di cui all'art. 23;

l) effettuano la sterilizzazione dei cani ospitati presso le strutture di ricovero pubbliche o convenzionate, sulla base dei programmi di cui all'art. 23;

m) concordano, insieme ai Comuni competenti ed alle associazioni di cui al comma 2 dell'art. 1, che le gestiscono, le iniziative atte a garantire le condizioni di salute e sopravvivenza delle colonie di gatti che vivono in libertà.

Prioritario per leggere lo stato di fatto e per progettare occorre lo stato dell’arte attuale , quindi servono i dati , i numeri , serve la lettura obiettiva del settore sul quale si vuole incidere , e capire se vi è necessità di questo intervento o se prioritario per l’Unione sia invece, 20 anni dopo, una nuova concezione di rapporto uomo / animale .

Si potrebbe quindi ora trasformare una palese inefficienza in una lungimiranza.

Per fare calare un progetto sul territorio l'amministratore deve conoscere la realtà dei fatti.

Questo e' cio' che mi e' parso non esistere! Per fare un parallelismo si potrebbe citare il progettare una strada a 6 corsie, sulla quale passa un auto al giorno.

La stessa legge 27 fissa nel tavolo di lavoro Provinciale il momento nel quale si esplora la situazione Provinciale con il mondo associazionistico , politico e sanitario. La domanda e' : l'Unione ha mai partecipato a questo tavolo ? Per saperlo servirebbero i verbali.

Art. 3 - Competenze delle Province

(sostituito comma 2 da art. 1 L.R. 6 aprile 2001 n. 7)

1. Le Province concorrono all'attuazione di quanto previsto nella presente legge, provvedendo a:

a) coordinare l'azione dei Comuni per la gestione informatizzata dell'anagrafe canina, per l'istituzione associata di servizi per la vigilanza ed il controllo della popolazione canina e felina, nonché per la cattura dei cani randagi e vaganti;

b) coordinare l'azione dei Comuni nella realizzazione, ristrutturazione e gestione delle strutture per il ricovero dei cani e dei gatti, secondo le modalità indicate al successivo comma 3 dell'art. 16;

c) promuovere ed attuare corsi di formazione per il personale addetto ai servizi ed alle strutture di cui alle lettere a) e b) e per i volontari designati dalle associazioni di cui al comma 2 dell'art. 1;

d) integrare l'azione dei Comuni nella vigilanza e nel controllo in ambiente extraurbano, silvestre e montano;

e) predisporre, entro novanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, programmi d'informazione ed educazione, volti a favorire corretti rapporti uomo-animale ed il rispetto degli animali, con particolare attenzione alla realizzazione e diffusione di adeguati materiali informativi nelle scuole di ogni ordine e grado.

2. Per lo svolgimento dei compiti di cui al presente articolo, presso ogni Provincia, entro sessanta giorni dall'entrata in vigore della presente legge, e istituito un Comitato provinciale presieduto dal Presidente dell'Amministrazione provinciale, o da un suo delegato, e formato da: un veterinario designato da ciascuna delle Aziende Unità sanitarie locali della provincia, un rappresentante indicato dall'Ordine professionale dei medici veterinari della provincia, il Sindaco, od un suo delegato, di ciascun Comune della provincia sede di struttura per il ricovero e la custodia di cani e gatti, un rappresentante delle associazioni intercomunali, un rappresentante designato da ciascuna Comunità Montana della provincia ed un rappresentante per ciascuna associazione di cui al comma 2 dell'art. 1 esistente nella provincia e che faccia richiesta. Tale Comitato può essere integrato da tecnici di volta in volta formalmente invitati dal Presidente del Comitato su proposta dei componenti.

3. Il Comitato sarà inoltre interpellato in via consultiva dalla Provincia relativamente ad ogni provvedimento riguardante gli animali.

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Il semplice passaggio da un canile , Savignano , ad un altro , S Giovanni , ha dimezzato il numero di animali , da 200 a 100/die. Come si puo' leggere questo ? Semplicemente che il tempo di ricongiungimento del cane smarrito è avvenuto velocemente , che l’affido avviene come la legge impone , quindi che la applicazione della legge non avveniva in passato , o avveniva con interpretazioni personali adattate.

Art. 16 - Ricoveri e custodia dei cani e dei gatti

1. Spetta ai Comuni, singoli od associati, assicurare:

a) il ricovero e la custodia temporanea dei cani nei casi previsti agli artt. 86 e 87 del Regolamento di polizia veterinaria approvato con D.P.R. n. 320 del 1954, e comunque quando ricorrano esigenze sanitarie;

b) il ricovero e la custodia temporanea dei cani catturati, per il tempo necessario alla loro restituzione ai legittimi proprietari, od al loro affidamento ad eventuali richiedenti;

c) il ricovero e la custodia dei cani per i quali non è possibile la restituzione ai proprietari o l'affidamento ad

eventuali richiedenti.

2. Il ricovero e la custodia dei cani, ed eventualmente dei gatti, sono assicurati dai Comuni mediante apposite strutture, alla gestione delle quali possono partecipare, previa formale convenzione, le associazioni di cui al comma 2 dell'art. 1.

3. L'azione dei Comuni è coordinata dalle Province. A tal fine:

a) i Comitati provinciali di cui al precedente art. 3, entro sessanta giorni dal loro insediamento, e successivamente con cadenza annuale, definiscono le esigenze strutturali ed organizzative sul territorio ed indicano gli interventi necessari;

b) con apposito regolamento sono definite le modalità di compartecipazione dei Comuni per la realizzazione, il risanamento e la gestione integrata, su base provinciale, delle strutture di ricovero per cani e gatti;

c) con apposito schema di regolamento è proposta ai Comuni la definizione delle modalità di funzionamento delle strutture di ricovero, con particolare riguardo alle procedure di affido od adozione da parte di eventuali richiedenti, alle tariffe, alle contribuzioni, alla gestione amministrativa delle strutture, alla garanzia dell'assistenza veterinaria

Art. 17 - Modalità di ricovero

1. I cani catturati o ritrovati devono essere immediatamente trasferiti alla struttura di ricovero per la custodia temporanea ed ivi sottoposti a visita veterinaria da parte dei veterinari addetti all'assistenza, o da parte dei veterinari delle Aziende Unità sanitarie locali. Qualora si tratti di cani identificati, la struttura di ricovero ne dà immediato avviso al proprietario.

2. I cani sono custoditi per il tempo necessario alla loro riconsegna ai proprietari od alla loro cessione ad eventuali richiedenti.

3. I cani sono tenuti in custodia temporanea per il termine massimo di sessanta giorni. Trascorso tale periodo, gli animali devono essere trasferiti in strutture idonee al ricovero permanente.

6. Le spese per il ricovero dei cani, nonché per gli eventuali trattamenti sanitari di cui all'art. 20, sono a carico dei proprietari, sulla base di tariffe determinate dall'Ente gestore, in riferimento al regolamento di cui alla lettera c) del comma 3 dell'art. 16.

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Ora occorre portare il numero di 100 a 10 , max 15 cani /die , questo invaliderebbe la necessità di edificare una struttura , ma nello stesso tempo sarebbe un punto di partenza per mandare un messaggio , che tra l’altro la legge cita nelle sue righe .

Partecipazione dei privati

1. I Comuni possono prevedere l'introito di contributi volontari dei cittadini per la realizzazione delle finalità della presente legge.

Il numero di 10 cani non obbligherebbe le amministrazioni a spendere cifre esorbitanti in canili , potrebbe trasformare il luogo di degenza in albergo , potrebbe rendere la vita dei presenti quasi decorosa , potrebbero essere accuditi con passeggiate e affetto , potrebbe infine essere gestita con convenzione.

Art. 18 legge 27/2000 - Adozioni

1. Per prevenire il sovraffollamento presso le strutture di ricovero temporaneo e permanente, le amministrazioni locali possono prevedere, in collaborazione con le associazioni di cui al comma 2 dell'art. 1, incentivi all'adozione degli animali.

2. Gli incentivi possono consistere in una forma di assistenza veterinaria convenzionata od in fornitura di alimenti da parte di imprese convenzionate.

3. Tali incentivi non possono comunque consistere nella concessione di contributi in denaro all'adottante.

4. I Comuni vigilano sul puntuale rispetto delle norme da parte degli affidatari.

Appare evidente che se solo applicassimo la normativa in questione si potrebbe agire sull’affido con incentivi di varia natura , utilizzando tutti i canali di comunicazione dai social al cartaceo , dai giornalini comunali alle locandine ,mandando un messaggio alle giovani generazioni di rispetto degli animali che non sarebbe male visto i tempi attuali.

Art. 23 - Limitazione delle nascite

1. Gli interventi per la limitazione delle nascite dei cani e dei gatti sono eseguiti esclusivamente da medici veterinari, con modalità atte a garantire il benessere degli animali.

2. Le Aziende Unità sanitarie locali, in collaborazione con le associazioni di cui al comma 2 dell'art. 1, sentito l'Ordine provinciale dei medici veterinari, organizzano ed attuano programmi per la limitazione delle nascite.

3. Gli interventi per la limitazione delle nascite, previsti dai programmi di cui al comma 2, sono effettuati presso gli ambulatori dei Servizi veterinari, se esistenti, presso gli ambulatori annessi alle strutture di ricovero, presso gli ambulatori convenzionati. Gli interventi sono eseguiti dai veterinari dipendenti dall'Azienda Unità sanitaria locale, qualora tale attività sia compatibile con lo svolgimento delle funzioni ad essi assegnate dalla normativa vigente, dai veterinari addetti all'assistenza veterinaria presso le strutture di ricovero e da veterinari liberi professionisti convenzionati.

Regolamento RER del 2013

8.1 Sterilizzazioni

“Le AUSL devono obbligatoriamente prevedere nei propri piani di lavoro programmi motivati di sterilizzazione dei cani dei canili, dei gatti ospitati nelle strutture di ricovero/oasi feline e dei gatti delle colonie feline...Tutti gli interventi di sterilizzazione devono essere registrati in ARAA

Oltre alla applicazione del microchip la leva forse più importante è quella della limitazione delle nascite, a questo la legge fa riferimento chiaramente , il nocciolo del problema è limitare le nascite , al fine di curare ed amare gli animali che convivono con l’uomo , questo è un aspetto educativo ma anche sanitario, in quanto il randagismo è un humus per pericolose malattie che sono definite anche trasmissibili( zoonosi) come la rabbia.

Di particolare importanza è la conoscenza di quanto incide la sterilizzazione presso ambulatori ASL sul totale delle sterilizzazioni effettuate dai canili, quindi il rapporto sterilizzazioni intra moenia libero professionali private / sterilizzazioni per i canili , in quanto i canali per applicare la normativa in materia sono vari , ambulatori convenzionati , ASL , ambulatori presso i canili .

È logico che se il lavoro sanitario grava sui costi dei canili convenzionati , successivamente questi costi ricadono sul pubblico , e se invece gravano per la maggior parte sui Servizi Veterinari, il costo è a carico del Servizio Sanitario Nazionale e quindi non si ripercuote sulla convenzione che verrà stipulata tra Comuni e Associazioni..

Per questo motivo la profonda conoscenza della materia, insieme a qualche barlume di momento creativo e non burocratico , come il sindaco Caroli a Savignano ha espresso con il progetto Dea Minerva , può portare ad una nuova visione del rapporto Animale / Uomo che in futuro non potrà essere confinato solo esclusivamente all’animale definito da affezione .

A supporto di questa visione che ha solo la finalità di aumentare il benessere animale, adottando la legislazione vigente è possibile affiancare:

  1. La possibilità di ricevere una premialità nel caso si decidesse di ricevere un animale in affido ,come ad es il mangime , le spese veterinarie , corsi gratuiti di educazione comportamentale, escluso solo dazioni di denaro, tutto già compreso nella normativa vigente.

  2. Un costo recupero animale smarrito, sempre presente nella normativa attuale che potrebbe essere elevato per disincentivare dall’abbandono o dal semplice smarrimento

  3. Un controllo sul territorio effettuato con lettore dalle stesse forze dell’ordine 7 die su 7 , 24ore/die rapportandosi al sito regionale dell’anagrafe canina.

  4. Una azione capillare sui social , volantini , giornalini comunali di affido animali smarriti, in modo da creare un canale comunicativo tra cittadini e istituzioni con il fine di rendere snello e veloce il sistema dell’adozione .

  5. La conoscenza esatta del territorio con il numero preciso di posti / letto ,ad esempio dividendo la Provincia in Modena sud e Modena nord, al fine di rendere fruibile una struttura sottoccupata

  6. Realizzare un tavolo di lavoro in Unione con gli enti interessati , Associazioni , servizi veterinari , comuni, con il fine di rendere snello e praticabile il progetto ,adattandolo in corso d’opera .

In conclusione:

  • il concetto di canile come lo abbiamo inteso fino ad ora è ormai superato.

  • il costo per la realizzazione e il mantenimento è elevatissimo

  • occorre razionalizzare le spese in un concetto di Provincia e non di Comune o Unione

  • gli strumenti legislativi per superare questa concezione esistono e possono essere migliorati

  • la parola canile viene sostituita con Pensione riducendo al minimo il numero degli animali

  • per 2 anni si può mantenere la convenzione stipulata facendo leva sulla 27/2000 per affido e adozioni

  • il rinnovo contrattuale può essere di 12 mesi in base al numero animali rimasti a pensione

  • dovrebbe essere possibile passare dai 258.000 euro attuali a cifre che si riducono sensibilmente per arrivare a spese annue di max 50.000/60.000 euro esclusivamente per la pensione, delegando ai servizi veterinari la parte preponderante delle sterilizzazioni .

  • due anni sono sufficienti per applicare le normative uscite dalla raccolta dati precedente

  • si conduce la lotta alla importazione di animali dal meridione

  • si partecipa al tavolo di lavoro provinciale

Roberto Monfredini

Consigliere M5S del Comune di Castelvetro di Modena


 
 
 
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