Sul sito della Regione Emilia Romagna campeggia questa scritta in prima pagina in materia di AIA.
Autorizzazione Integrata Ambientale:
"L'Unione europea ha adottato nel 1996 la direttiva IPPC (96/61/CE del Consiglio), oggi sostituita dalla direttiva 2008/01/CE. In Italia tale direttiva è stata recepita con il D.Lgs. 18 febbraio 2005, n. 59, ora abrogato dal Dlgs 128/10 e ricompreso con modifiche nel Dlgs 152/06, che disciplina il rilascio, il rinnovo e il riesame dell'Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) degli impianti coinvolti. La Regione in attuazione della Direttiva IPPC ha approvato la L.R. 21/2004 con la quale ha attribuito il ruolo di "Autorità competente" alle Province e si è riservata un ruolo di indirizzo con la emanazione di direttive applicative. La normativa IPPC è basata su tre cardini fondamentali: - L'approccio integrato, che implica che le autorizzazioni devono prendere in considerazione l'impatto ambientale nella sua interezza, comprendendo emissioni in aria, acqua e suolo, produzione di rifiuti, utilizzo di risorse, efficienza energetica, rumore, radiazioni, vibrazioni, prevenzione degli incidenti e ripristino del sito dopo la chiusura, con lo scopo di conseguire un'elevata protezione dell'ambiente nel suo complesso; - Le BAT (best available techniques). Le condizioni delle autorizzazioni devono essere basate sulle migliori tecniche disponibili (MTD); - Le condizioni locali. Le autorità competenti, per il rilascio delle autorizzazioni, tengono conto delle caratteristiche tecniche dell'impianto, della localizzazione geografica e delle condizioni ambientali locali. La normativa IPPC prevede inoltre un'ampia partecipazione del pubblico poichè la popolazione ha diritto di partecipare al processo decisionale ed essere informata delle conseguenze; in linea anche con i principi della convenzione di Aarhus, la Regione Emilia-Romagna cura la pubblicazione on-line delle autorizzazioni di competenza regionale e prevede di implementare la pubblicazione dei report periodici inviati dai gestori degli impianti e dei rapporti delle ispezioni di ARPA.
Sono 18 a Castelvetro le AIA pubblicate sul sito ERMES AMBIENTE di cui sopra riporto la esatta dicitura della Regione , 18 dislocate quasi tutte a Solignano ( 16 ) ,e di cui il comparto ceramico fa la parte del leone.
Questi sono anni di crisi e di pulizia , sono gli anni difficili nei quali restano e superano la crisi solo quelle che godono di elevata tecnologia e che effettuano investimenti nel settore , altrimenti soccombono sotto il peso della concorrenza straniera .
L’impatto devastante che le ceramiche hanno avuto in termini ambientali al loro sorgere è stato certamente sottostimato in quanto gli anni del boom economico hanno fatto dimenticare che esistesse l’acqua, l’aria e la terra. Si privilegiò allora l’aspetto produttivo e occupazionale relegando quello ambientale ad appendice e nulla più.
Ora la presa di coscienza, in ritardo rispetto ad altri paesi europei , delle problematiche ambientali , coscienza che non è innata come per altri popoli.
Presa di coscienza legata soprattutto al fatto che ormai molti studi affermano la vita media essersi allungata, ma si contraggono patologie in anticipo rispetto solo a 20 anni addietro e in cui l’ambiente gioca un ruolo determinante, modifica il rapporto con la produzione dei beni .
Se andiamo ad analizzare la frase della Regione soprariportata ma che non è altro che l’accordo di Aarhus, notiamo per chi si addentra nei meccanismi una profonda diversità tra il dichiarato e l’effettiva capacità di avere una chiara idea dell’inquinamento prodotto, e cioè il realizzato.
Impianto Ragione Sociale categoria IPPC Ultima procedura ---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
ABK ABK SIR PRODUCTION - S.P.A. 3,5 Agg. AIA per modifica
non sostanziale
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Az. Agr. AGRIRICO SOCIETA' AGRICOLA 6.6(b), 6.6(c) Rinnovo AIA
di Ferri Marco . DI FERRI MARCO E C. S.S.
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CER. ASCOT CERAMICHE ASCOT S.P.A 3.5 Agg. AIA per modifica
(BICO) non sostanziale
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CER. ASCOT CERAMICHE ASCOT S.P.A. 3.5 Agg. AIA per modifica
(GRES) non sostanziale
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CER CCV CERAMICHE CCV 3.5 Agg. AIA per modifica
STAB CAST.VETRO CASTELVETRO S.P.A. non sostanziale
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CER.DAYTONA CERAMICHE DAYTONA - S.P.A. 3.5 Agg. AIA per modifica
CERAMICHE DAYTONA - S.P.A. non sostanziale
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CER GAMBARELLI CERAMICHE GAMBARELLI S.P.A. 3.5 Prima AIA per impianto
IN LIQUIDAZIONE esistente
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COOP LEGNO COOP LEGNO 6.7 Rinnovo AIA
SOCIETA' COOPERATIVA
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CER ELIOS ELIOS CERAMICA S.P.A. 3.5 Rinnovo AIA
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EMILCERAMICA EMILCERAMICA S.P.A. 3.5 Nuova autorizzazione
a seguito di revoca
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FIMAR CARNI FIMAR CARNI S.P.A. 6.4(b) Agg. AIA per modifica
non sostanziale
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CER (NAXOS) FINCIBEC S.P.A. 3.5 Agg. AIA per modifica
non sostanziale
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CER ( ASTOR) GRUPPO BETA S.P.A. 3.5 Agg. AIA per modifica
non sostanziale
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INALCA INALCA S.P.A. 6.4(a), 6.4(b), 6.5 Agg. AIA per modifica
INDUSTRIA ALIMENTARE CARNI SPA non sostanziale
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La Fortezza s.s. SOCIETA' AGRICOLA 6.6(b), 6.6(c) Rinnovo AIA
Az. Agr. - Castelvetro LA FORTEZZA S.S.
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LION S.PA. LION S.PA. 3.5 Impianto da dismettere
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CER PIEMME INDUSTRIE CERAMICHE 3.5 Agg. AIA per modifica
PIEMME S.P.A. non sostanziale
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SUINCOM S.P.A. SUINCOM S.P.A. 6.4(b) Rinnovo AIA
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Dal sito ERMES AMBIENTE della Regione Emilia Romagna Ottobre 2014 risultati impianti (18)
Tre aziende su nove del comparto ceramico di Solignano trattano rifiuti ceramici in AIA ed una quarta lo effettua in AUA, nuova sigla destinata alle PMI dal 2013, ma che ha luci ed ombre ed è in via sperimentale.
Ecco cosa emerge dall’elenco dei materiali trattati nel ciclo di macinazione ad umido delle materie prime per la preparazione dell’impasto da utilizzare come supporto per piastrelle ceramiche :
CER 080202 codice che indica fanghi da processi di lavorazione; CER 080203 codice che indica sospensioni acquose contenenti materiali ceramici e CER 101299 codice che indica sfridi e scarti di ceramica con smalto crudo.
A questi si aggiungono i gres , i materiali cotti e altro per un totale anno di circa 200.000-250.000 ton.
Il peso che sopporta il territorio in termini ambientali è notevole e anche se il comparto ceramico di Solignano appare come una appendice di Sassuolo e Fiorano, in termini emissivi e produttivi non è certamente da meno e questo si riflette nelle tabelle ARPA ,alla sezione aria , nel quale la correlazione sforamenti PM10 e Nox e SOV è similare se non peggiore dei comuni limitrofi ( nelle relazioni AIA delle ditte che trattano rifiuti a Solignano la zona viene identificata con 90 gg di sforamenti / anno contro i 35 che l’Europa ci impone e i 60 di Sassuolo).
Facciamo anche noi parte del SIN ora SIR del comparto Sassuolo Scandiano ( 57 meno 40 ora 40 SIR e 17 SIN )nel quale l’ISS e il MINSAN ogni anno sforna dati di correlazioni positive tra le patologie e l’ambiente , principali responsabili sono i metalli pesanti, pb , zinco etc , in aria ,acqua, terra , e il boro nelle falde profonde ( ARPA ).
Fino al 2003 a Solignano era presente una centralina rilevamento polveri totali dell’ARPA, non saprei dire da quanti anni ma ricordo solo che un giorno incontrai i tecnici ARPA al bar ( 2003 circa ) e mi fecero vedere i dischetti bianchi che erano diventati neri e ricordo mi dissero: "….siamo come a Fiorano!"
Per inspiegabili motivi la centralina fu tolta dal piazzale comunale e non fu richiesto fino al 2009 (fonte ARPA ) alcun mezzo rilevamento mobile di inquinamento da parte del comune di Castelvetro nonostante si fosse a conoscenza del grave inquinamento ceramico , come afferma anche ora a ritroso la Provincia ( sic ):
"…. non capisco come si possa riuscire a "conoscere il rapporto rifiuti ceramici e territorio" dalla semplice elencazione di tali ditte o anche dalla lettura delle AIA. L'impatto ambientale complessivo si legge dai dati ARPA relativi al complesso del territorio (aria, acqua, ecc) e le anticipo che la situazione è notevolmente migliorata (rispetto a qualche anno fa ha chiuso il 10% delle ceramiche e tantissime altre ditte quindi abbiamo tante emissioni in meno)…"
Sei anni senza una centralina di rilevamento inquinamento atmosferico, +3 con la centralina in via Palona a Castelvetro , +1 a febbraio 2012 con la gelata che durò un mese, possiamo dire 10 anni di vuoto, con 16 industrie ceramiche a pieno regime ( allora ) di cui 4 che recuperavano rifiuti ceramici e senza che nessuno si assumesse la responsabilità di informare la popolazione se non con la pubblicazione ARPA ma riferita a Maranello.
Dal sito ARPA si può notare che , ad esempio , il comune di Castelnuovo Rangone ha utilizzato la centralina fin dal 2003.
Non saprei dire se per mie rimostranze o per altro ma dal 2009 vi è stato questo percorso di rilevamento anche a Castelvetro dopo 6 anni di buio totale
Dati ARPA Modena
Campagna di monitoraggio della qualità dell´aria - Castelvetro di Modena fraz. Solignano - febbraio anno 2014 - Via del Centenario fraz. Solignano - Castelvetro di Modena
Campagna di monitoraggio della qualità dell´aria - Castelvetro di Modena fraz. Solignano febbraio anno 2012 - Via del Centenario fraz. Solignano - Castelvetro di Modena
Campagna di monitoraggio della qualità dell´aria - Castelvetro di Modena maggio-giugno 2011 anno 2011 - Via Palona - Castelvetro di Modena
Campagna di monitoraggio della qualità dell´aria - Castelvetro di Modena giugno 2010 anno 2010 - Via Palona - Castelvetro di Modena
Campagna di monitoraggio della qualità dell´aria - Castelvetro di Modena giugno 2009 anno 2009 - Via Palona - Castelvetro di Modena
A parte il 2013 , che c’è stato il vuoto incomprensibile ( dimenticanza ? ), sorge un dubbio:
per quale motivo stazionare la centralina a Castelvetro in via Palona davanti le scuole chiuse, quando il polo industriale con le 18 AIA è a Solignano ( 5 km )? Certamente la centralina in collina sulla strada che porta a Vignola ha rilevato una qualità dell’aria migliore che non quella di un polo ceramico che tratta recupero rifiuti, dato che non vi sono aziende in AIA sul territorio del capoluogo.
Dei due anni di Solignano uno fu il freddo inverno del 2012 con un metro di neve , strade
ghiacciate per giorni , automezzi fermi , e aria che sembrava quella della Val Badia.
Se si cerca di applicare la bellissima frase che campeggia sul sito della Regione in merito alla trasparenza AIA , ci si accorge che non è così semplice la sua applicazione.
In essa traspare il cittadino come fulcro e cardine del diritto , diritto di conoscere in forma privata o associata gli eventuali pericoli che un AIA comporta , in quanto industrie spesso altamente inquinanti e alle quali le istituzioni pongono dei limiti da norme europee ( 152/06 spesso ).
Nel 2007 chiesi al Comune di Castelvetro come cittadino l’inquinamento rilevato dal comparto ceramico di tipo aeriforme , mi fu risposto con un allegato ARPA del 2006, centralina di Maranello.
Nel 2014 la cosa non cambia! L'azione di ricaduta di un inquinante ( 500 metri ) è proprio Solignano. La Provincia, interpellata, risponde che ARPA effettua i controlli , se esistono sforamenti vengono comunicati alla Magistratura , la stessa non comunica alla Provincia le decisioni....
Il cittadino rimane inerme e all’oscuro di tutto, in palese violazione di quello che la Regione scrive .
In sintesi i dati servono alle strutture preposte ma non vengono comunicati ai cittadini se non tabelle con sintesi a volte riferite a luoghi distanti 10 km dal punto emissivo.
Come sia possibile avere potere decisionale su tale AIA quando non vi sono dati di riferimento , resta un mistero .
Ad esempio apprendiamo dalle AIA che 2 aziende ceramiche utilizzano le Quote Patrimonio a Solignano per aumentare il livello emissivo del Fluoro ( da 4 a 5 ) e del Piombo trasferite da Sassuolo o altri Comuni , quindi oltre agli atomizzatori ceramici il comparto assorbe anche il trasferimento dell’inquinamento , ma a leggere bene cosa dice la prima pagina della Regione , non è esattamente così.
Se vogliamo leggere il rapporto tra ambiente e produzione in questo lembo di terra , certamente l’ambiente è stato utilizzato per creare reddito, relegandolo a luogo nel quale tutto o quasi era consentito.
Il contesto è quello di un torrente che veniva direttamente collegato con la ceramica a mezzo di un tubo di scarico lungo 350 metri e chiuso nel 2009! O della, ben nota, Frattina: discarica abusiva con 30000 mc di fanghi ceramici facente parte integrante del fiume con la sponda fatta di amianto e fanghi ceramici! O del rio Maldello , scarico fognario a cielo aperto di tutto il comparto in assenza, ad oggi , del collegamento alla rete fognaria .
Ne emerge un habitat nel quale l’ecosistema naturale è stato soppiantato da quello artificiale di tipo altamente inquinante come si legge dalla cartina.
Dal Tavolo Inquinanti della Regione ER 2012:
Se la Regione afferma : "... e prevede di implementare la pubblicazione dei report periodici inviati dai gestori degli impianti e dei rapporti delle ispezioni di ARPA…." mi aspetterei, come residente, di avere libero accesso via web all’informazione emissiva sia in acqua che in aria. Vorrei sapere, ad esempio, se quel Fluoro trasportato da Sassuolo a Solignano con il piombo è presente nell’aria che si respira; perché aumentano i SOV; quanta polvere circola sospesa finemente in aria; di quali dimensioni; quanta Co2 viene emessa; quanti giorni di sforamento, e con quali particelle, vi sono in un anno. Vorrei sapere al fine di comprendere se l’Habitat è compatibile con l’uomo e la vita in modo da poter decidere liberamente se respirare a pieni polmoni o trasferirsi , senza dover attendere l’ulteriore blocco di studi a cascata dall’Europa (INEMAR)
"… una volta che sarà disponibile una versione evoluta dello strumento INEMAR per i
contaminanti di interesse si potrà in alternativa focalizzare l’attenzione, non più su singoli
impianti, ma su aree considerando complessivamente il carico delle diverse fonti presenti…"
Logicamente un territorio che sopporta una trasformazione di 250.000 ton / anno di rifiuti ceramici atomizzati in un lembo di terra , insieme a quello produttivo ceramico vero e proprio è sottoposto ad uno stress ambientale notevole , con i camini , con le polveri e con i relativi mezzi di trasporto.
Tale usura , se non ha un valido strumento di controllo, è destinata a ripercuotersi sull’habitat e sulla salute delle persone che qui vivono.
Il rispetto di quella frase pubblicata sul sito della nostra regione , "…..ampia partecipazione del pubblico….." ,dovrebbe essere il cardine di tutte le scelte future.
La nuova AIA, che dal 2016 dovrebbe prendere il posto dell’attuale, sposta sempre di più il peso decisionale sui cittadini che devono essere compartecipi e non subire passivamente le scelte spesso attuate in uffici pubblici con molte zone d’ombra, che hanno portato l' Emilia Romagna in 30 anni ad essere la Regione maggiormente inquinata in Europa, trasformando quella che era la terra fertile dell’Italia , terra di prodotti tipici e cultura contadina, in un ammasso di ciminiere e cemento .
Dott. Roberto Monfredini
Consigliere M5S di Castelvetro di Modena