Dal PTCP della Provincia del 2009
Dal punto di vista delle risorse naturali nel territorio di Castelvetro, osservando la tavola relativa del PTCP di Modena, spuntano:
il torrente Guerro, con le zone tutelate allo stesso immediatamente adiacenti
la collina a nord, considerata elemento funzionale della rete ecologica come
connettivo ecologico diffuso ed in quanto tale regolato all’articolo 28 delle NTA,
le zone forestali, sparse ma collocate prevalentemente a sud, di cui all’articolo 21 delle NTA.
I corsi d’acqua di Castelvetro
La natura con Castelvetro è stata benevola , ha voluto regalare strade di acqua che potessero irrigare i campi, fare crescere vegetazione per quel inebriante succo che si chiama ora grasparossa o Lambrusco conosciuto in tutto il mondo grazie al lavoro dei nostri contadini, ha voluto essere quell’acqua l’agar per la crescita spontanea di piante di ogni tipo , conosciuta Castelvetro fin dagli Etruschi per la sua nobiltà ambientale, per le sue prime dolci colline, tipici i cimiteri romani trovati nelle prime gobbe a rimirar la pianura, ha probabilmente vissuto disastrosamente il periodo della industrializzazione , soprattutto quella selvaggia, chiusa a riccio nei suoi dogmi post bellici ,non è riuscita probabilmente a disfarsi di un passato troppo lontano e non è riuscita a capire il momento attuale, in questa schizofrenia ha perso forse per ora la strada maestra.
Castelvetro ha da est a ovest la ricchezza del Torrente Tiepido , del rio Maldello , del rio Scuro, del Torrente Nizzola , del Guerro.
Il Tiepido
E' il torrente tristemente noto per la Frattina, fa parte del conoide (foto successiva) che prende il suo nome, il peggiore fra i tre della Provincia con acqua che filtra solo dal terreno , con 86 pozzi su cento in classe 4, la peggiore, e i restanti 14 in classe 3 . Nessuno pesca nelle acque per la scarsa qualità delle stesse da questo conoide, afferma la Regione , e possiamo dire tranquillamente che l’aiuto che le ceramiche hanno dato all’inquinamento del fiume e delle falde è stato notevole. Attualmente le sponde sono costituite da amianto e fanghi industriali proprio in corrispondenza del tratto di Solignano – Castelvetro, e lì deposte dal 1980, nonostante il ministero fin dal 1993 avesse dato ordini ben diversi , nonostante il divieto di allora ed i metalli pesanti per 40 anni hanno navigato in acque di falda superficiale compiendo 30 km .
Conoide del Tiepido
Tiepido con Amianto
Rio Maldello
Spostandosi di 800 metri si arriva al RIO MALDELLO , piccolo fosso che si congiunge a valle con il rio scuro per unirsi e arrivare nel Nizzola, il rio Maldello è una fogna a cielo aperto, riconosciuto da tutti gli Enti Arpa compreso e Provincia , a nulla sono valse le raccomandazione della Provincia che ogni nuovo insediamento industriale nel corridoio ecologico deve essere subordinato al risanamento fognario del rio Maldello ,da 40 anni e oltre raccoglie le acque nere del comparto ceramico e le porta a valle nel Nizzola (vedi foto successiva). Su questa fogna il comune di Castelvetro realizza il "parco fruibile ai cittadini" , "il parco campagna", "il polmone verde a protezione dell’abitato" , "il corridoio ecologico" , ora si chiama invece "il parco delle ceramiche", sono vari nomi quelli lencati che sono stati utilizzati dal Comune per giustificare le varianti con ampliamenti industriali nonostante i dinieghi della Provincia fin dal 2004.
Rio Scuro
Altro fosso a 400 metri dal Maldello intubato prima dell’abitato Solignano nel 2004 e veicolato sempre con intubamento sotto una industria, arriva sulla provinciale di Solignano fondendosi con il Maldello e attraversando la Provinciale scende a fianco del campo sportivo e si dirige verso il Nizzola portandosi dietro i liquami delle ceramiche.
Il Nizzola
ha visto come un pugno in un occhio ergersi una ceramica con tutto il suo carico inquinante per alcune decine di anni proprio sulla sua sponda all’altezza della località Bolognina , e logicamente ora a ceramica abbattuta resta solo il gravoso compito della bonifica dei suoli per ripristinare con molto tempo l’habitat naturale per la natura e chi la abita senza violentarla ancora, in quanto il famoso partito del mattone non è mai morto ed è vivo e vegeto.
Il Guerro
che tanto stupore e risate fa avere al turista di Castelvetro quando le strade si identificano con sinistra , destra e oltre Guerro, torrente che taglia Castelvetro lo ha visto tristemente noto per l’inquinamento possibile da rifiuti ferrosi di macchinari agricoli deposti con autorizzazione proprio nell’alveo del torrente da decine di anni e oggetto di denuncie della Guardia di Finanza. Se a questo associamo l’accettazione di sviluppi aziendali in deroga alla legge Galasso , in contrasto con pareri provinciali per le zone di rispetto e tutela da vincoli idrogeologici si comprende che difficilmente si riesce a tutelare i nostri beni fluviali.
Come emerge da questa sintetica situazione troviamo inquinamenti diffusi da 40 anni e oltre lungo tutti i corsi d’acqua del Comune.
Dall’amianto presente nel Tiepido con piombo , nichel cadmio cromo zinco rame etc. e altri fino al boro nelle acque profonde accertato dalla Regione da oltre 40 anni, ai coli fecali per essere buoni, insieme ai metalli pesanti nel Maldello, alla presenza certamente di inquinanti ceramici da decenni nel Nizzola e a quello di rifiuti ferrosi nel Guerro.
Che la situazione attuale non sia più sostenibile è certo , che le amministrazioni passate abbiano sottovalutato il problema ambientale appare evidente, e a nulla valgono le solite giustificazioni che l’industrializzazione porta a questo, non è vero, perché in moltissime altre realtà produttive questi livelli di inquinamento non sono presenti, avvengono esclusivamente quando vengono anteposti i diritti dell’imprenditore ai doveri dell’amministratore, cioè quando in sintesi il peso decisionale dell’amministratore pubblico è vicino allo zero assoluto, unico suo compito nel territorio è solo quello di non creare disturbo in quanto lì inserito da decisioni prese in altri contesti che conosciamo benissimo.
Castelvetro5stelle